venerdì 16 marzo 2012

Frattamaggiore città d'arte e città benedettina


Basilica Pontificia e Chiesa dei Santi Sossio e Severino
I due titoli celebrativi attribuiti a Frattamaggiore – Città Benedettina (1997) e Città d’Arte (2009) – il primo dall’Ordine monastico di San Benedetto ed il secondo dalla Provincia di Napoli, rappresentano un coronamento della storia comunale frattese che è sempre stata ricca di significati religiosi e civili. Questi due titoli sono stati il frutto sia della cultura cittadina formatasi sulla consapevolezza del valore del patrimonio locale, e sia del riconoscimento di questo valore da parte degli Enti proponenti.
Il nome Fratta è di provenienza monastica benedettina ed indicava nell'alto medioevo un territorio di sterpaglie (fractae), impervio ed incolto, che i monaci ricevevano come donativo signorile e destinavano al lavoro dei coloni con vantaggiosi contratti agrari.
L'attuale Frattamaggiore in pratica richiama nel nome l'antica fracta di Atella che nel periodo carolingio (VIII secolo) fu terra monastica intorno all'abbazia di San Sossio. I documenti del IX-XI secolo, redatti nelle Curie di Atella, di Benevento, di Capua, di Napoli e di Aversa, riguardano infatti contratti agrari e scambi preferenziali degli abitanti del luogo con le organizzazioni monastiche benedettine di area longobarda (San Vincenzo al Volturno e Montecassino), di area napoletana (Santi Sossio e Severino, Basiliani) e di area aversana (San Lorenzo e San Biagio).
La struttura urbana del centro storico, ancora oggi persistente porta i segni delle varie epoche storiche della città: il nucleo medievale intorno alla monumentale Basilica Pontificia di San Sossio; i palazzi, i luoghi e i monumenti del periodo aragonese-spagnolo e del periodo borbonico; i palazzi dell’800 e del primo 900, il verde storico e le ville periferiche della stessa epoca. In questo centro storico si evidenziano portali di travertino e di piperno scolpito, affacci e mascheroni barocchi ed altri segni, come le edicole votive, che trovano modo di esprimersi ad un buon livello artistico ed architettonico. Al centro della piazza svettano il campanile del '500, accanto alla struttura basilicale millenaria della chiesa di san Sossio, e la settecentesca torre vanvitelliana.
Le 15 chiese rappresentano con il loro patrimonio artistico e monumentale le varie epoche della storia cittadina. La Mappa dei Beni Culturali e Naturalistici della Provincia di Napoli annovera i seguenti luoghi e monumenti frattesi: ìl Centro Storico medievale, la Torre Civica vanvitelliana, e le chiese di San Sossio (X secolo), di Santa Maria delle Grazie (XVI secolo), di Maria SS.ma Annunziata e S. Antonio (XVII secolo), dell’Immacolata Concezione (XVIII secolo) e di San Rocco (XIX secolo).
Il 31 Maggio del 1807 vi fu la solenne traslazione da Napoli a Frattamaggiore del corpo del patrono San Sossio: una traslazione a carattere religioso che divenne oggetto conclusivo di un grosso dibattito culturale intorno alle origini misenate di Fratta iniziatosi con il canonico Michele Arcangelo Padricelli nella storiografia napoletana del '700. La traslazione fu operata dal vescovo Michele Arcangelo Lupoli, frattese, che ottenne dal regime francese di recuperare le spoglie del patrono di Frattamaggiore nella cripta del monastero benedettino soppresso. Con il corpo del diacono di Miseno fu traslato anche quello di San Severino che dal X secolo condivideva la titolarità del monastero napoletano. Il Santuario ove oggi si conservano le sacre spoglie è la ragione principale per cui Frattamaggiore è stata insignita solennemente del titolo di Città Benedettina.
La fruizione turistica della città ha anche la particolarità di essere motivata dalla meta religiosa del Santuario di San Sossio e Severino, ove si venerano i loro corpi, e dal forte richiamo culturale per le popolazioni europee (Austria, Germania, Inghilterra) e nazionali (Campania, Lazio, San Marino, San Leo) che condividono la devozione ed il pellegrinaggio verso i due Santi.


Bibliografia:
Miriam Saviano e Pasquale Saviano, Frattamaggiore città d'arte e città benedettina, Roma 2010

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